Storia Palestina: Dall'antichità al 1917
Palestina “Terra Promessa”, a storia inizia circa 5000 a.C
In Palestina sono state trovate tracce di uomini primitivi risalenti a circa 300'000 e 40'000 anni fa. 14500 anni fa in Palestina vivevano i Natufiani, popolo nomade. I Cananei vi arrivarono dalla penisola araba circa 6-7'000 anni fa e circa 6000 anni fa crearono i primi insediamenti urbani tra cui Ebla, Gerico, Beersheba, Ghassoul, ecc. 4-5000 anni fa i Cananei intrattenevano rapporti commerciali con l’Egitto e integravano i nomadi che arrivavano in Palestina.
Circa 3800 anni fa Abraham e la sua tribù (gli israeliti) arrivarono dalla Mesopotamia (allora dominata dagli Ittiti) nel paese dei Cananei e si insediarono nella parte meridionale dell’attuale Palestina scalzando la popolazione colà residente.
Circa 3500 anni fa la carestia e le scorribande degli Hyksos (popolo del deserto che in quell’epoca dominava in Egitto) spinsero molti palestinesi, tra cui le tribù ebree, a rifugiarsi in Egitto dove dopo vari decenni i faraoni ne ridussero gran parte in schiavitù.
Nel vecchio testamento sta scritto che circa nel 1200 a.C. gli Ebrei fuggirono dall’Egitto e, dopo aver vagato nel deserto del Sinai, dove affinarono la religione monoteistica, si rifugiarono in Palestina che dichiararono terra loro promessa da Dio, (1) dove conquistarono e distrussero quasi tutte le città fortificate dei Cananei e dei Filistei
I Filistei erano arrivati in quel periodo via mare da Creta e si erano insediati sulla parte costiera della Palestina e del Libano dove si erano insediati pure i Fenici, altro popolo del mare.
Il re Saul fondò il primo regno degli ebrei. Davide estese il dominio degli ebrei su buona parte della Palestina e fece di Gerusalemme la capitale dove Salomone, figlio di Davide, nel 950 a.C. fece costruire il primo tempio (2).
Circa nel 930 a.C. sotto re Roboam il regno degli ebrei si divise in due regni distinti e rivali : Israel e Juda. Nella parte costiera e collinare della Palestina filistei e cananei edificarono una serie di città-stato fortificate dedite all’allevamento e al commercio. Dal 830 a.C. in Palestina si fece sentire il dominio degli Assiri, popolo della Mesopotamia, che nel 733-722 a.C. sconfissero gli Ebrei del regno di Israel e ne deportarono una parte a Ninive in Mesopotamia. Dal 597 a.C. i Babilonesi, popolo della Mesopotamia e successori degli assiri (ora iracheni), conquistarono anche il regno di Giuda, distrussero il I° tempio e deportarono molti ebrei (i notabili, i sacerdoti e gli artigiani) a Babilonia dove conobbero un periodo florido. Liberati da Ciro il Persiano nel 539 a.C., solo la tribù dei Giudei ritornò in Palestina che in seguito fu dominata dai Persiani (ora iraniani). In quell’epoca fu costruito un tempio minore. Dal 322 a.C. la Palestina cadde sotto il dominio dei Macedoni (greci) guidati da Alessandro Magno, conquistatori di Babilonia e che imposero la cultura ellenica. I Lagidi e i Seleucidi (successori dei macedoni) dominarono fino a circa il 129 a.C. e la cultura ellenica e il paganesimo persistettero fino all’arrivo dei romani.
Dal 129 al 64 a.C. nella Giudea dominarono gli ebrei (maccabei) rivoltatisi ai seleucidi e al paganesimo. Dal 67 a.C. al 63 a.C. in Palestina i discendenti dei maccabei dettero vita a uno stato ebraico e repressero brutalmente ogni forma di opposizione.
Nel 63 a.C. i Romani sottomisero questo ultimo “Stato ebraico” e distrussero il tempio minore. Nel 37 a.C. Erode costruì il II. tempio. Nel 33 d.C. fu crocifisso Gesù Cristo. Nel 70 d.C. i Romani domarono brutalmente la rivolta dei Giudei (distruzione di Gerusalemme e del II. tempio) e la provincia passò definitivamente sotto i Romani che chiamarono quelle terre “Philistina” = terra dei Philistei. Secondo gli ebrei il nome Palestina deriva da una parola ebraica.
Nel 133-135 d.C. i romani repressero brutalmente un’ultima rivolta dei Giudei. A seguito della persecuzione da parte dei romani molti ebrei si convertirono al paganesimo e in seguito al cristianesimo e all’islam, altri furono schiavizzati, molti furono scacciati o se ne andarono definitivamente (diaspora). In Palestina rimase solo un’infima minoranza di ebrei.
Nel 325 d.C. l’imperatore cristiano Costantino promosse la religione cristiana e fece costruire la chiesa del santo sepolcro sul Golgata.
Dal 390 circa la Palestina seguì le sorti dell’impero romano d’Oriente.
Nel 637 la Palestina fu invasa dagli Arabi che imposero l’Islam e la dominarono fino al X. secolo d.C. In quel periodo fu costruita la moschea della roccia in omaggio a Maometto. Con le loro persecuzioni i Fatimiti e i Selgiuchidi (turchi) provocarono l’intervento degli Europei che organizzarono le Crociate e conquistarono Gerusalemme nel 1099 massacrandovi quasi tutti i musulmani e gli ebrei rimasti. Nel 1174 i Mamelucchi egiziani abbatterono il regno dei franchi (cristiani) e nel 1187, al comando del Saladino, riconquistarono Gerusalemme dove operarono con la stessa ferocia dei cristiani.
Nel 1517 i turchi ottomani scacciarono i Mamelucchi e fecero della Palestina una loro provincia/colonia, fino all’invasione inglese del 1917-18. Il dominio turco fu interrotto solo brevemente dal dominio egiziano dal 1831 al 1840 durante il quale la Palestina godè di una relativa autonomia.
Dal 1917 al 1920-2 la Palestina fu governata dai militari inglesi al comando del gen. Allenby. Come si evince dalla suesposta descrizione la permanenza degli Ebrei (intesi come popolo) in Palestina non fu continua e i regni che essi vi costituirono ebbero vita breve e a volte effimera, caratterizzata dal dominio delle grandi potenze dell’epoca (Egitto, Babilonia, Persia, Assiria, Macedonia, Roma, Turchia, ecc.), da feroci lotte interne per il potere e da alleanze e controalleanze con le potenze dominati che portarono a una serie infinita di congiure, guerre, assedi, conquiste, sottomissioni, conversioni e abiure, massacri, saccheggi e distruzioni. In Palestina le potenze dominanti, oltre che notabili asserviti, imposero anche la loro cultura e il loro culto ai quali molti ebrei spesso si ribellarono ma raramente conquistarono una vera indipendenza. Spesso le potenze dominanti trasferirono o scacciarono o eliminarono la popolazione residente che sostituirono con popolazioni proprie con conseguente rimescolamento delle etnie, delle culture e delle religioni.
D’altra parte secoli di ruberie, guerre, occupazioni e feroci persecuzioni in nome di un faraone, di un re o di un imperatore, di Cristo, di Hallah ecc. lasciarono nei paesi del Vicino Oriente una scia di odio e rancori non ancora sopiti.
Va inoltre osservato che nell’epoca anticristiana in Palestina, come in molte altre parti del mondo antico, il territorio era suddiviso in città-stato indipendenti, soggette a un re più o meno legato a un’alleanza o a una potenza straniera mentre spesso gli storici considerano determinante la conquista o meno della sola Gerusalemme.
Dal 133 d.C. la presenza ebraica fu continua anche se a volte limitata a poche migliaia di persone. Anche se continua questa presenza fu sempre marginale e oggi non permette agli ebrei di rivendicare dei diritti storici sulla Palestina.
Nel 19. secolo in Palestina vivevano circa 20.000 ebrei, molti dei quali giunti in Palestina a partire dal 1800 e residenti nei centri religiosi ebraici di Hebron e Safed.
Lascia alquanto interdetti la presentazione della storia da parte di certi circoli ebraici che si basano quasi esclusivamente sul vecchio testamento e sui documenti del mar Morto che ne sono una antica copia manoscritta. Secondo questa interpretazione ebraica in Palestina i popoli non ebraici hanno solo un ruolo marginale e confuso mentre la storia degli ebrei stessi risulta enfatizzata e mitizzata, spesso riducibile a pura propaganda tendenziosa e/o religiosa.
La diaspora ebraica
Una prima dispersione degli Ebrei avvenne con l’emigrazione in Egitto : molti notabili ebrei rimasero ad Alessandria d’Egitto anche dopo la fuga degli ebrei dall’Egitto verso il Sinai. Nel 586 a.C. ad opera dei Babilonesi i notabili ebrei, i sacerdoti e gli artigiani con le loro famiglie furono costretti a emigrare in Persia dove in parte vi rimasero anche dopo la liberazione.
La grande diaspora ( dispersione di un popolo ) ebraica inizia nel 70 d.C. con la distruzione di Gerusalemme da parte dei Romani e conobbe il suo apice nel 133 d.C.
Rifugiatisi in vari paesi per secoli gli ebrei furono discriminati, perseguitati, obbligati ad assumere la religione cristiana sia durante l’inquisizione del XV secolo (gli ebrei furono persino espulsi dalla Spagna e dal Portogallo) sia durante la controriforma in Europa centrale. Le cose migliorarono con la rivoluzione francese ma ci furono nuove persecuzioni e massacri dopo la restaurazione monarchica in Europa del 1815.
Oggetto di intolleranza, disprezzo e invidia gli ebrei furono ghettizzati, massacrati (i pogrom in Russia e Polonia dell’inizio del XX secolo) spogliati dei loro beni, ecc.
L’antisemitismo (antiebraismo) conobbe il suo culmine durante il dominio nazi-fascista
quando lo sterminio degli ebrei assunse un aspetto scientificamente apocalittico.
Fu a seguito di questo sterminio (denominato dagli ebrei “Shoah” ) che fu coniato il termine moderno di genocidio. Durante questo tragico periodo in Europa furono barbaramente assassinati, soprattutto dai nazifascisti, circa 11 milioni di persone di cui 5,5 milioni di ebrei, ovvero circa la metà degli ebrei residenti in Europa. Una parte degli ebrei sopravvissuti si salvò dapprima espatriando in altre nazioni tra cui la Palestina, l’America, l’Inghilterra, la Svizzera, l’Argentina, ecc. Anche dopo la guerra molti ebrei espatriarono in Israele e negli USA.
Durante tutto questo periodo e malgrado le persecuzioni, molti ebrei mantennero e praticano tutt’ora la religione ebraica con i suoi usi e costumi. La religione è il cemento che tenne uniti gli ebrei che così formarono una comunità religiosa ben definita anche se a volte abbastanza amalgamata con la popolazione locale (per esempio gli ebrei sefarditi nei paesi arabi). La comunità religiosa facilitava al suo interno lo scambio di aiuti, commerci e informazioni : in molti casi ne derivarono potere e vantaggi economici notevoli con conseguente buon livello di vita, formazione culturale, ecc. Per questo moltissimi uomini di cultura, artisti, scienziati, statisti, uomini d’affari, ecc. furono e sono di religione ebraica. Negli anni 1915-16, per promuovere la ribellione degli arabi contro la Turchia, l’Inghilterra appoggia l’idea di uno Stato arabo indipendente in Palestina e promette al monarca saudita l’indipendenza di tutti i territori arabi. Gli arabi di tutti i territori occupati dai turchi (inclusa la Palestina) si ribellarono. Il confronto e la repressione turca furono particolarmente duri in Siria dove persero la vita a circa 500'000 arabi. In totale, nella guerra contro la Turchia morirono circa 600'000 arabi. Tuttavia, malgrado questo sacrificio degli arabi per aiutare l’Inghilterra, questa appoggiò i sionisti nella convinzione che per lei era più vantaggioso avere in Palestina uno stato ebraico, più affidabile e malleabile di uno stato arabo.
1915 : il ministro degli interni britannico Herbert Samuel ( liberale, ebreo, sionista ), desideroso di servire sia la sua patria sia il sionismo, elabora la teoria che sarebbe interessante per la Gran Bretagna permettere ai sionisti di colonizzare la Palestina che, in quanto stato ebraico, diverrebbe così una sorta di protettorato inglese.
Novembre 1917 : su proposta sir. Herbert Samuel il ministro degli esteri inglese lord Balfour rilascia ai sionisti una dichiarazione in cui afferma che la Gran Bretagna è favorevole alla fondazione di un focolare nazionale ebraico in Palestina.
Tuttavia nella lettera indirizzata ai capi sionisti Lord Rothschild e Sir Weizmann, il governo inglese dichiarò che non è assolutamente concesso agli ebrei di limitare i diritti civili e religiosi delle organizzazioni non ebraiche. Il territorio cui si riferiva la dichiarazione Balfour era la Palestina provincia dell’Impero turco ottomano comprendente l’attuale Cisgiordania, Gaza, il Golan, una parte della riva orientale del Giordano e la parte meridionale dell’attuale Libano, territori che all’epoca erano ancora sotto sovranità turca !
La dichiarazione Balfour ( molto ambigua ) fu accolta con gioia dai sionisti e interpretata come l’autorizzazione a creare in Palestina uno Stato ebraico.
Alcuni storici affermano che tale dichiarazione fu rilasciata dall’Inghilterra al movimento sionista internazionale quale ricompensa per essere riuscito a convincere gli USA ad entrare in guerra a fianco dell’Inghilterra contro la Germania. Il movimento sionista riuscì a convincere gli USA esibendo le prove di una progettata alleanza Germania-Messico che avrebbe permesso al Messico di riconquistare il Texas, il Nuovo Messico e altre aree degli USA perse dal Messico qualche anno prima nella guerra con gli USA.
1- Secondo l’archeologo Zev Herzog dell’università di Tel Aviv la versione biblica è piuttosto mitica e l’esodo verso la Palestina avvenne a pi